Mese: settembre 2018

Quanto è difficile parlare di pianificazione finanziaria. Se poi si parla di previdenza… (PART II)

Ci siamo lasciati sottolineando come la pianificazione previdenziale non sia facile da praticare, soprattutto se non si ha coscienza del problema; all’incontrario, noi cosiddetti “esperti” siamo quantomeno consapevoli del fatto che individui impulsivi, emotivi e con scarsa educazione finanziaria sono soggetti poco disposti verso la programmazione di lungo termine. Continuiamo il nostro ragionamento insieme.

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Quanto è difficile parlare di pianificazione finanziaria. Se poi si parla di previdenza… (PART I)

Negli ’80 lavoravo in banca e il mio direttore di allora che mi chiese, visto che stavo studiando economia all’Università, cosa ne pensassi dell’ipotesi di mettere un tetto alle prestazioni pensionistiche pubbliche dato che il sistema, a suo avviso, non avrebbe retto ancora a lungo. La questione mi attrasse e approfondii la mia conoscenza delle dinamiche demografiche e iniziai un percorso conoscitivo dei sistemi di previdenza complementare dei paesi sviluppati: ne convennii che la domanda postami aveva solidi fondamenti logici.

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Scherzare con il proprio futuro? No, grazie

Intervista di adviseonly.com al Prof. Giovanni Vecchi: invecchiamento della popolazione, frammentazione e sottocapitalizzazione delle imprese sarebbero potuti diventare i driver di un progressivo sgretolamento di una crescita sempre più fragile, con gravi ripercussioni sull’intera società italiana che poco avrebbe potuto contare sull’intervento pubblico, causa un debito di enormi dimensioni.

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L’inverno è alle porte

Alla fine di ottobre ho focalizzato la mia attenzione su alcuni dati che ci danno modo di riflettere sulla situazione attuale e su ciò che ci attenderà nei prossimi mesi e anni. L’inflazione nel nostro paese si è attestata allo 0,1%, il che significa che i prezzi al consumo sono mediamente gli stessi di un anno fa. Molti connazionali non hanno né memoria e neppure esperienza di quando un simile fenomeno si è verificato l’ultima volta. Ora la strada per ottenere risultati gratificanti passa attraverso assunzioni di rischio talmente elevate che nessun risparmiatore razionale sarebbe disposto ad accettare.

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Renzi vince a mani basse le elezioni e il mondo già celebra il NEW DEAL del nostro governo

Le elezioni europee di maggio sono alle nostre spalle e i risultati usciti dalle urne ci hanno mostrato una forte insofferenza dei cittadini comunitari nei confronti delle politiche economiche che ci hanno sino ad ora accompagnati. La situazione va affrontata, pena un ulteriore rigurgito populista in ambito comunitario, ma la tendenza deflazionistica in atto non favorisce lo sgonfiamento dei debiti pubblici. Il nostro Paese, invece, pecora nera, sembrerebbe destinato a grandi cose.

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Debito pubblico: è davvero l’ora di affrontare il problema anche in modi poco convenzionali?

L’articolo di Maurizio Maggi dal titolo “Ricomincio dal debito” con il quale si illustra ai lettori il pensiero di Lucrezia Reichlin che propone la rottura del tabù della ristrutturazione del debito pubblico: una soluzione al problema che sta affliggendo l’economia occidentale da ben sette anni e in particolar modo gli stati mediterranei con l’Italia a far da capofila per le dimensioni del suo debito.

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Europa: nubi all’orizzonte

Ciò che sta accadendo in Ucraina in questi giorni è un ulteriore tassello che si aggiunge al puzzle delle difficoltà che l’Europa sta affrontando. Nel travaglio di questo paese ci possono stare almeno due possibili turbolenze: una richiesta esplicita di aiuti finanziari alla comunità europea o un possibile assottigliamento del flusso di combustibili che vanno alimentare le nostre industrie. Vorrei soffermarmi sulla situazione economica della comunità europea nel suo insieme dato che queste vicende possono influire sugli irrisolti pregressi problemi.

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Un promotore finanziario dà consigli di investimento con leggerezza. Cosa può accadergli?

Se un amico mi avesse chiesto se fosse stato meglio vendere o mantenere una posizione che deteneva in quel momento nel suo portafoglio e io avessi dato un parere – del tutto personale – di venderlo, magari, e se quell’amico sulla scorta delle mie affermazioni avesse agito di conseguenza fidandosi della mia personale opinione la quale, a distanza di tempo, si fosse rivelata una vera e propria cantonata, che conseguenze avrei potuto avere?

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Perché di fronte ad una perdita pensiamo che i consulenti siano inutili?

Un individuo tende a soffrire del pregiudizio del senno di poi quando valuta decisioni prese in passato senza tenere conto del fatto che nel presente dispone di dati e informazioni che all’epoca non possedeva. In pratica si proiettano sul passato informazioni nuove, accompagnate dal rifiuto di rendersi conto che la conoscenza delle conseguenze provocate da azioni antecedenti sta influenzando le valutazioni fatte nel presente. Gli psicologi, per scoprire tale pregiudizio, possono utilizzare tre metodi.

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