Categoria: Previdenza sociale

Agli orfani del tasso perduto

Purtroppo le cattive abitudini sono dure a morire e, a cadenze quasi regolari, molti consulenti finanziari ritornano alla carica sottoponendo ai loro referenti l’offerta del momento proveniente da una certa banca o da una certa società di tassi, se non propriamente allettanti almeno sufficientemente accettabili. Nei giorni scorsi ho letto un articolo di Laura Naka Antonelli intitolato “BCE e conseguenze tassi negativi, UBS conferma: commissione su conti correnti sopra questa soglia” che tutti i risparmiatori dovrebbero leggere per capire in quali difficoltà si stia navigando.

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Le banche possono fallire? Come mai? …E la mia?

Non ho mai visto nella mia lunga esperienza professionale un solo risparmiatore che abbia mai valutato personalmente la solidità della propria banca o l’abbia fatto fare ad un esperto, né ho mai conosciuto un solo investitore che abbia mai azzardato, nemmeno lontanamente, l’ipotesi del mancato rimborso degli interessi e del capitale investiti nelle obbligazioni “della casa”. Non parliamo poi di quei risparmiatori addirittura felici di essere riusciti ad acquisire lo status di socio della banca. Eppure le regole piano piano sono cambiate, le banche hanno iniziato ad avventurarsi in investimenti a dir poco azzardati.

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Il controllo del rischio. L’unica vera salvaguardia dei risparmiatori

In questi ultimi anni abbiamo assistito a una sistematica caduta dei rendimenti che hanno spinto i corsi di titoli, fondi e gestioni al di là di ogni più rosea aspettativa gratificando gli investitori; per metodo di lavoro e per esperienza ho cercato di coniugare questi rendimenti con un rigido controllo del rischio nella consapevolezza che […]

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Quanto è difficile parlare di pianificazione finanziaria. Se poi si parla di previdenza… (PART II)

Ci siamo lasciati sottolineando come la pianificazione previdenziale non sia facile da praticare, soprattutto se non si ha coscienza del problema; all’incontrario, noi cosiddetti “esperti” siamo quantomeno consapevoli del fatto che individui impulsivi, emotivi e con scarsa educazione finanziaria sono soggetti poco disposti verso la programmazione di lungo termine. Continuiamo il nostro ragionamento insieme.

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Quanto è difficile parlare di pianificazione finanziaria. Se poi si parla di previdenza… (PART I)

Negli ’80 lavoravo in banca e il mio direttore di allora che mi chiese, visto che stavo studiando economia all’Università, cosa ne pensassi dell’ipotesi di mettere un tetto alle prestazioni pensionistiche pubbliche dato che il sistema, a suo avviso, non avrebbe retto ancora a lungo. La questione mi attrasse e approfondii la mia conoscenza delle dinamiche demografiche e iniziai un percorso conoscitivo dei sistemi di previdenza complementare dei paesi sviluppati: ne convennii che la domanda postami aveva solidi fondamenti logici.

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Scherzare con il proprio futuro? No, grazie

Intervista di adviseonly.com al Prof. Giovanni Vecchi: invecchiamento della popolazione, frammentazione e sottocapitalizzazione delle imprese sarebbero potuti diventare i driver di un progressivo sgretolamento di una crescita sempre più fragile, con gravi ripercussioni sull’intera società italiana che poco avrebbe potuto contare sull’intervento pubblico, causa un debito di enormi dimensioni.

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Il consulente finanziario non è un medico, ma per il 99% degli italiani è necessario

Interessante articolo di Marco Liera che riporto nella sua versione integrale che, oltre a confermare - qualora ce ne fosse bisogno – la necessità per i risparmiatori di avvalersi di qualificati esperti nella delicata incombenza della gestione delle proprie risorse finanziarie, punta il dito sulla diversa qualità dell’offerta di consulenza.

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L’errore del pregiudizio della familiarità

In un’inchiesta per conto del Wall Street Journal condotta su 246 delle maggiori aziende americane, Schultz constata che il 42% degli investimenti nei piani di pensionamento dei dipendenti era concentrato su titoli delle loro aziende. Questa concentrazione, che di per sé è contraria a qualsiasi principio di razionalità, è ancora più rischiosa in quanto la totalità del capitale umano dell’investitore medesimo.

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