Categoria: Sistema finanziario italiano

Titoli di Stato. Risk free! …o no?

Il mese scorso su La Repubblica (Affari e Finanza) è comparso un interessante articolo di Maurizio Mazziero intitolato “Con le clausole di azione collettiva a rischio anche titoli di Stato e bond” che sembra essere stato ignorato anche dai più attenti addetti ai lavori. L’autore asserisce che, dopo la nazionalizzazione della banca olandese SNS (e […]

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Il consulente finanziario non è un medico, ma per il 99% degli italiani è necessario

Interessante articolo di Marco Liera che riporto nella sua versione integrale che, oltre a confermare - qualora ce ne fosse bisogno – la necessità per i risparmiatori di avvalersi di qualificati esperti nella delicata incombenza della gestione delle proprie risorse finanziarie, punta il dito sulla diversa qualità dell’offerta di consulenza.

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L’errore del pregiudizio della familiarità

In un’inchiesta per conto del Wall Street Journal condotta su 246 delle maggiori aziende americane, Schultz constata che il 42% degli investimenti nei piani di pensionamento dei dipendenti era concentrato su titoli delle loro aziende. Questa concentrazione, che di per sé è contraria a qualsiasi principio di razionalità, è ancora più rischiosa in quanto la totalità del capitale umano dell’investitore medesimo.

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Uno degli errori classici

Uno degli errori classici che fanno i risparmiatori è quello di privilegiare nelle loro scelte di investimento titoli di aziende che hanno sede nella loro stessa zona; in quanto importanti nelle loro comunità di riferimento, vengono mediaticamente sovraesposte inducendo gli investitori a presumere di conoscerle bene e a convergere su di esse investimenti di entità superiore al dovuto ritenendole più solide e redditizie di imprese altrove localizzate.

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Poco meno di due anni

La mia convinzione era che le risorse pubbliche fossero ormai al limite dell’esaurimento e che i margini di manovra fossero decisamente limitati; stretti nella morsa di una crisi molto più lunga del previsto un’ulteriore espansione della spesa pubblica non finalizzata alla crescita avrebbe costretto le autorità governative ad agire sia sotto il profilo fiscale che adottando misure di riduzione del welfare.

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La crisi era imprevedibile

Ciò che ne esce con le ossa rotte da questa crisi è l’inutilità delle previsioni tradizionali nella gestione del portafoglio. L’asset allocation strategica non può essere gestita unicamente con il buon senso e la convinzione di possedere la palla di vetro. Da decine di anni infatti si sa che l’asset allocation strategica è la variabile dominante nella performance del portafoglio ma ben pochi si interessano alle metodologie con cui gestirla.

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